un film di GIORGIO FERRERO e FEDERICO BIASIN

UN VIAGGIO SINFONICO
NELL’OSSESSIONE
DEL CONSUMO NEL
MONDO CONTEMPORANEO

Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro ciclo all’interno di luoghi industriali e scientifici meccanicamente silenziosi e spettrali.
Il film descrive la liturgia nascosta all’interno di quattro luoghi remoti, dove uomini di confine lavorano in completo isolamento senza interferenze del mondo esterno: un campo di pozzi di petrolio, una nave cargo, una camera anecoica e un termovalorizzatore.
Questi uomini sono inconsapevolmente alla base della lunga sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita.
I protagonisti sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono la stessa liturgia ogni giorno.
E noi non abbiamo mai sentito parlare di loro. Vittoria e Andrea sono una coppia come tante altre. Hanno circa quarant’anni, sono cresciuti nel boom della televisione commerciale e sono diventati adulti durante la nascita di internet.
Vittoria e Andrea siamo noi.

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Sinossi


Van è un manutentore di pozzi petroliferi in Texas, lavora nel deserto all’interno del più grande giacimento degli Stati Uniti. Danilo è il capo macchina di una nave cargo transoceanica, vive ogni giorno nel cuore dello scafo dove risiede un mastodontico motore. Andrea è uno scienziato italiano, ha passato la propria vita tra le formule matematiche e il silenzio assoluto delle camere anecoiche. Vito ha passato metà della propria vita gestendo le slot machine nei bar e nei bordelli svizzeri, oggi è il responsabile di una immensa fossa di rifiuti in cemento armato di un grande termovalorizzatore.
Questi uomini sono inconsapevolmente alla base della lunga sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. Questi uomini fanno parte della stessa storia senza essersi mai incontrati.
Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro viaggio all’interno di luoghi industriali e scientifici meccanicamente isolati e spettrali. Questi uomini sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono nel silenzio, nella solitudine e nella privazione la stessa liturgia meccanica ogni giorno, convivendo ognuno con i propri fantasmi del passato.

Commento del regista


Beautiful Things è un viaggio, una storia in quattro atti dove immagini, parole e suoni sono insolubili tra loro. Quattro mondi che si intersecano in cui perdersi. I protagonisti del film conducono vite lontanissime dalle nostre ma i loro fantasmi nell’armadio ci fanno sentire parte di un unico disegno.
Il film è stato scritto con un approccio musicale, come una partitura in cui le note, le immagini e le parole hanno lo stesso peso e ognuna cerca la propria geometria tra le righe.

Il film è dedicato a noi che non sappiamo vivere senza collezionare oggetti semi inutili. A noi tossici viziosi, bulimici accumulatori. A noi che non riusciamo a vivere nel silenzio. A noi che non riusciamo ad addormentarci senza Netflix nelle orecchie. A noi che accettiamo l’idea che la vita possa precederci ma non che i nostri oggetti ci possano sopravvivere.

Questo film è un modo per sfuggire il nostro stile di vita da cui non riusciamo ad uscire in alcun modo. I brevi quadri della quotidianità di una coppia che si intersecano all’impianto narrativo principale del racconto sono le vite degli autori del film stesso. La generazione dei robottini, delle prime chat porno, dei peluche dell’Ikea. Nel film abbiamo cercato di raccontare tutta la nostra malinconia, l’urgenza di tornare a respirare in silenzio, liberi dalla compressione di una vita immolata al rumore.

Questo è il nostro urlo e abbiamo cercato di tradurlo in un canto.

Biografia del regista


Giorgio Ferrero è un compositore, regista e fotografo torinese. È il vincitore italiano dell’edizione 2016 di Biennale College Cinema. Dirige con Federico Biasin e Rodolfo Mongitore lo studio multidisciplinare MYBOSSWAS.

Ha composto colonne sonore di decine di film, performance teatrali e installazioni collaborando con autori come Paolo Giordano, Daniele Gaglianone, Alba Rohrwacher, i fratelli De Serio, Marzia Migliora, Stephen Fingleton. Ha realizzato installazioni transmediali presentate al Museo del Novecento, al MAXXI, alle Biennali di Bordeaux e di Lisbona.

Ha realizzato visualizzazioni grafiche, campagne fotografiche e spot per editori e marchi come Condé Nast, Mondadori, Corriere della Sera, Einaudi, Nike, Alfa Romeo. Il cortometraggio Riverbero firmato come compositore e co-regista è stato presentato ai festival di Roma, Glasgow e Brooklyn.

Filmografia


2010, Pietro (composizione musiche, Daniele Gaglianone)
2011, Sette opere di misericordia (composizione musiche, Gianluca e Massimiliano De Serio)
2011, Polvere (composizione musiche, Niccolò Bruna, Andrea Prandstaller)
2011, Ruggine (composizione musiche, Daniele Gaglianone)
2012, Nozze d’Agosto (suono, Andrea Parena)
2013, Riverbero (regia e musiche, cortometraggio)
2014, Survivalist (composizione musiche, Stephen Fingleton)
2014, Pequenas Mentiras Piadosas (composizione musiche Niccolò Bruna)
2015, I Ricordi del fiume (suono, Gianluca e Massimiliano De Serio)
2016, Le ultime cose (suono, Irene Dionisio)
2016, Jardines de Plomo (composizione musiche, Alessandro Pugno)
2017, Denoise (regia e musiche,cortometraggio VR)
2017, Beautiful Things (sceneggiatura, regia e musiche, lungometraggio)

Cast


Scritto e diretto da GIORGIO FERRERO
Direzione della fotografia e co-regia FEDERICO BIASIN
Musiche e suono GIORGIO FERRERO e RODOLFO MONGITORE
Riprese e montaggio GIORGIO FERRERO, FEDERICO BIASIN, ENRICO ALEOTTI, FILIPPO VALLEGRA
Una produzione MYBOSSWAS

Con:
VAN QUATTRO (Stati Uniti)
DANILO TRIBUNAL (Filippine)
ANDREA PAVONI BELLI (Italia)
VITO MIRIZZI (Svizzera)
VITTORIA DE FERRARI SAPETTO e ANDREA VALFRÈ (Italia)